Pasta: cibo del futuro in 5 perché

I ‘pasta lovers’ sono aumentati del 25% negli ultimi 10 anni, portando sulle tavole di tutto il mondo almeno un piatto di pasta su 4 che ‘parli italiano’(AIDEPI-DOXA). Ma la pasta non è solo un cibo buono, accogliente, in grado di mettere tutti d’accordo. Più di uno, anzi almeno 5 i motivi che la posizionano tra i cibi più sostenibili e tra i migliori strumenti per combattere fame e malnutrizione.

  1. è buona – Semola, acqua e la passione del pastaio danno vita ad uno degli alimenti migliori dal punto di vista organolettico. Pochi altri alimenti dal mondo riscuotono tanto successo come la pasta: sono 52 i Paesi in cui se ne consuma almeno 1 kg procapite all’anno e secondo una ricerca OXFAM è il prodotto più presente sulle tavole globalizzate. Si sposa bene con gli ingredienti e le preparazioni tipiche di culture, territori e tradizioni, dai più umili a quelli ricercati. Ma soprattutto è un alimento noto che non ha bisogno di presentazioni, quando è nel piatto vince ogni diffidenza.
  1. è sana e alleata del benessere – Secondo i nutrizionisti il 45-60% delle calorie totali assunte quotidianamente dovrebbe provenire dai carboidrati. Quelli complessi come la pasta sono i migliori per il loro basso indice glicemico che si traduce in una più prolungata sazietà e prevenzione del rischio di alcune patologie. Che si tratti di scelte ideologiche (come il vegetarianesimo o il veganesimo), religiose o di necessità (come l’adeguatezza della dieta per fascia d’età, genere o intolleranze e allergie) nella pasta si possono trovare infinite combinazioni in grado di soddisfare qualsiasi esigenza.
  1. è accessibile – a momenti si spende di più per invitare un amico a cena che per preparagli un buon piatto di pasta. Se si calcola che il costo medio di un SMS si aggira intorno ai 15 centesimi di euro, occorre tener presente che il costo di un piatto di spaghetti al pomodoro non supera i 45 centesimi. E se non bastasse ecco il paragone con il pieno di benzina: il riempimento del serbatoio costa in media 70 euro, ma spendendo la stessa cifra ci si assicura un piatto di pasta per 6 o 8 mesi…a seconda dell’appetito!
  1. è pratica – che la pasta sia un alimento pratico non è certo una novità. Bastano 15 minuti per portarne in tavola un piatto gustoso (senza considerare il successo internazionale della pasta a rapida cottura, 4 minuti circa). Non solo si sposa con ogni ingrediente e condimento ma è anche comoda da trasportare e conservare: è leggera, occupa poco spazio, non soffre né caldo né freddo, può essere conservata per mesi in dispensa senza che questo alteri le sue proprietà organolettiche.
  1. è sostenibile – alfiere della cucina di recupero, in cui gli avanzi possono trasformarsi nel condimento ideale, la pasta ha visto diminuire, negli ultimi anni, il costo ambientale di produzione. Pastai e pastifici hanno infatti ridotto del 20% i consumi idrici e del 21% le emissioni di Co2. La pasta pesa appena il 3,5% in valore e il 12,5% in volume sul totale spreco domestico, mentre negli impatti sull’ambiente le percentuali scendono ad appena il 6,6% delle emissioni di CO2 totali e a un 8,6% dei consumi idrici. Inoltre, che sia in cartone o in film plastico, il suo packaging permette un recupero al 100% dei materiali d’imballaggio.